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Welcome – Willkommen – Bienvenidos – Bienvenue

 

Benvenuti nel sito web dedicato al venerabile Domenico Blasucci,

nato a Ruvo del Monte, in provincia di Potenza, il 5 marzo 1732,

Diocesi di Melfi–Rapolla–Venosa – Regione Basilicata–Italia,

morto a Materdomini di Caposele, in provincia di Avellino, il 2 novembre 1752,

Arcidiocesi di Sant’Angelo dei Lombardi–Conza–Nusco–Bisaccia – Regione Campania–Italia, 

proclamato Venerabile dal papa san Pio X con Decreto del 23 maggio 1906,

figlio spirituale di sant’Alfonso Maria De Liguori,

il Santo Fondatore della Congregazione del SS. Redentore, Vescovo,

Dottore della Chiesa, Patrono dei Confessori e dei Moralisti.

 

L’intento di queste pagine, che non hanno il fine di lucro,

è quello di far conoscere e amare la vita, le opere, la spiritualità e le virtù cristiane

del giovane missionario redentorista,

con l’auspicio di preservare il suo ricordo e offrire un tributo d’onore alla sua eroica santità.

 

Buona visione, lettura, ascolto e preghiera.

 

 

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Liturgia del giorno

Secondo il Rito Romano della Santa Chiesa Cattolica

 

«Erano perseveranti nell’insegnamento degli apostoli e nella comunione,

nello spezzare il pane e nelle preghiere» (At 2,42).

 

Venerdì 11 ottobre 2024 – XXVII Settimana del Tempo Ordinario – (Anno pari)

Grado della celebrazione: feria

Colore liturgico: verde

 

Antifona d'ingresso

Tutte le cose sono in tuo potere e nessuno può opporsi alla tua volontà. Tu hai fatto il cielo e la terra e tutte le meraviglie che si trovano sotto il firmamento: tu sei il Signore di tutte le cose. (Cf. Est 4,17b-c)

 

Colletta

Dio onnipotente ed eterno, che esaudisci le preghiere del tuo popolo oltre ogni desiderio e ogni merito, effondi su di noi la tua misericordia: perdona ciò che la coscienza teme e aggiungi ciò che la preghiera non osa sperare.

Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.

 

Prima lettura

Gal 3,7-14

Quelli che vengono dalla fede sono benedetti insieme ad Abramo.

 

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati

 

Fratelli, riconoscete che figli di Abramo sono quelli che vengono dalla fede. E la Scrittura, prevedendo che Dio avrebbe giustificato i pagani per la fede, preannunciò ad Abramo: «In te saranno benedette tutte le nazioni». Di conseguenza, quelli che vengono dalla fede sono benedetti insieme ad Abramo, che credette. Quelli invece che si richiamano alle opere della Legge stanno sotto la maledizione, poiché sta scritto: «Maledetto chiunque non rimane fedele a tutte le cose scritte nel libro della Legge per metterle in pratica». E che nessuno sia giustificato davanti a Dio per la Legge risulta dal fatto che il giusto per fede vivrà. Ma la Legge non si basa sulla fede; al contrario dice: «Chi metterà in pratica queste cose, vivrà grazie ad esse». Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della Legge, diventando lui stesso maledizione per noi, poiché sta scritto: «Maledetto chi è appeso al legno», perché in Cristo Gesù la benedizione di Abramo passasse ai pagani e noi, mediante la fede, ricevessimo la promessa dello Spirito.

 

Parola di Dio

 

Salmo responsoriale

Sal 110

 

R.: Il Signore si ricorda sempre della sua alleanza.

 

Renderò grazie al Signore con tutto il cuore,
tra gli uomini retti riuniti in assemblea.
Grandi sono le opere del Signore:
le ricerchino coloro che le amano. R.

Il suo agire è splendido e maestoso,
la sua giustizia rimane per sempre.
Ha lasciato un ricordo delle sue meraviglie:
misericordioso e pietoso è il Signore. R.

Egli dà il cibo a chi lo teme,
si ricorda sempre della sua alleanza.
Mostrò al suo popolo la potenza delle sue opere,
gli diede l’eredità delle genti. R.

 

Acclamazione al Vangelo

Gv 12,31-32

Alleluia, alleluia.

Ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me.

Alleluia.

 

Vangelo

Lc 11,15-26

Se io scaccio i demòni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio.

 

Dal Vangelo secondo Luca

 

In quel tempo, [dopo che Gesù ebbe scacciato un demonio,] alcuni dissero: «È per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni». Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo. Egli, conoscendo le loro intenzioni, disse: «Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull’altra. Ora, se anche Satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl. Ma se io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl, i vostri figli per mezzo di chi li scacciano? Per questo saranno loro i vostri giudici. Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio. Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, ciò che possiede è al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via le armi nelle quali confidava e ne spartisce il bottino. Chi non è con me, è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde. Quando lo spirito impuro esce dall’uomo, si aggira per luoghi deserti cercando sollievo e, non trovandone, dice: “Ritornerò nella mia casa, da cui sono uscito”. Venuto, la trova spazzata e adorna. Allora va, prende altri sette spiriti peggiori di lui, vi entrano e vi prendono dimora. E l’ultima condizione di quell’uomo diventa peggiore della prima».

 

Parola del Signore

 

Preghiera dei fedeli

Secondo le intenzioni del Papa, dei Vescovi, dei Presbiteri e dei Diaconi.

Secondo i bisogni dell’umanità.

Secondo le proprie intenzioni.

 

Preghiera sulle offerte

Accogli, o Signore, il sacrificio che tu stesso ci hai comandato di offrirti e per questi misteri che celebriamo con il nostro servizio sacerdotale porta a compimento la tua opera di santificazione.

Per Cristo nostro Signore.

 

Antifona alla comunione

Buono è il Signore con chi spera in lui, con colui che lo cerca. (Lam 3, 25)


Oppure:
Uno solo è il pane, e noi, pur essendo molti, siamo un corpo solo: tutti partecipiamo all'unico pane e all'unico calice. (Cf. 1Cor 10,17)

 

Comunione spirituale*

Gesù mio, io credo che sei realmente presente nel Santissimo Sacramento. Ti amo sopra ogni cosa e ti desidero nell’anima mia. Poiché ora non posso riceverti sacramentalmente, vieni almeno spiritualmente nel mio cuore. Come già venuto, io ti abbraccio e tutto mi unisco a te; non permettere che mi abbia mai a separare da te1.

Eterno Padre, io ti offro il Sangue Preziosissimo di Gesù Cristo in sconto dei miei peccati, in suffragio delle anime del purgatorio e per i bisogni della Santa Chiesa2.

 

Preghiera dopo la comunione

Concedi a noi, Padre onnipotente, che, inebriati e nutriti da questi sacramenti, veniamo trasformati in Cristo che abbiamo ricevuto come cibo e bevanda di vita.

Egli vive e regna nei secoli dei secoli.

 

* Preghiera della tradizione redentorista

1 La prima parte di questa preghiera è stata scritta da sant’Alfonso Maria De Liguori, 2 mentre la seconda parte è stata aggiunta in seguito, rispettando lo spirito del Santo. È lo stesso spirito che ha animato anche il venerabile Domenico Blasucci. Il giovane Venerabile, costantemente, desiderava placare il suo anelito damore verso il Signore: «Lanima mia ha sete di Dio, del Dio vivente» (Sal 42,3). Si sforzava di conformarsi a Gesù Cristo accogliendo il Suo invito «Rimanete in me e io in voi» (Gv 15,4) per unirsi a Lui in «un solo spirito» (Ef 4,4). A chiunque gli domandasse a cosa stesse pensando o perché stesse piangendo, spesso, ripeteva: “Penso al SS. Sacramento… Piango perché penso che ora il SS. Sacramento in tanti luoghi sta solo e senza la lampada”.

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Fonte, eccetto che per la Preghiera dei Fedeli e la Comunione Spirituale

 

Sitografia

 

Chiesa Cattolica Italiana – Sito web ufficiale della CEI Conferenza Episcopale Italiana

Via Circonvallazione Aurelia, n. 50 00165 Roma

 

Visualizza il Commento al Vangelo a cura di don Antonio Savone

Presbitero dell’Arcidiocesi di Potenza–Muro Lucano–Marsico Nuovo

 

 

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PARROCCHIA SANTA MARIA ASSUNTA
Ruvo del Monte (Potenza)

 

Eucaristia e  Domenico Blasucci

 

La pubblicazione della Liturgia  del giorno sul Sito web dedicato al Venerabile Domenico Blasucci costituisce un valido strumento al fine di ricordare la spiritualità eucaristica del giovane studente incamminato per la vita religiosa e sacerdotale.

Dono della gratuità di Dio nell’ordine della natura e nell’ordine soprannaturale, Domenico Blasucci ha progressivamente corrisposto alla grazia di Dio.

Nella spiritualità del Venerabile troviamo, infatti, la ricerca continua di comunione, di vita vissuta con il Redentore, conosciuto ed amato nella famiglia d’origine, nella comunità di Ruvo, nella conoscenza dei numerosi sacerdoti e religiosi presenti nella parrocchia, nel Convento o qui  venuti per la predicazione e le missioni frequenti nel settecento.

Fu educato da fanciullo nella famiglia alla vita religiosa, adolescente ascoltò dapprima i francescani, poi i Missionari di San Vincenzo De Paoli. Da giovane fece l’itinerario di formazione e di fede per le quattro comunità redentoriste allora esistenti, in cui addivenne alla Professione religiosa.

Deciso e tenace nell’impegno di formazione spirituale, raggiunse livelli di crescita certamente non comuni, cogliendo ciò che vale, l’amore di Dio, portato sempre più in alto nella fedeltà alla preghiera, specialmente quella eucaristica.

Dall’Eucaristia, in particolare, gli venne la forza di praticare la virtù dell’umiltà, il dominio di sé, il distacco da tutto il creato, il raccoglimento di spirito teso all’unione con Dio, la carità verso il prossimo, l’obbedienza, la mortificazione interna ed esterna, la mortificazione e la temperanza, la modestia e la purezza.

Tutto ciò è documentato nelle testimonianze del suo tempo e nel Sommario dei processi.

Si tramanda, in particolare, del tempo trascorso nel coro, vicino al tabernacolo, della tante visite al SS. Sacramento: l’Eucaristia rappresenta il cuore della vita del Venerabile.

La lettura quotidiana della Liturgia del giorno, accompagnata dal silenzio, dalla meditazione e dalla preghiera, sia per ciascuno il buon nutrimento dell’anima, come lo fu per il venerabile Domenico Blasucci.

L’esempio della sua vita infondi in noi la forza della fede e dell’amore e la sua intercessione presso Dio ci preservi dalle avversità, ci accompagni e ci protegga nel nostro cammino quotidiano.

 

Ruvo del Monte, 24 novembre 2013

Solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo e chiusura dell’Anno della Fede

 

Il Parroco

Sac. don Gerardo Gugliotta

 

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Il venerabile Domenico Blasucci

raffigurato in una delle sue frequenti adorazioni del Santissimo Sacramento.

Limmagine è affrescata nella volta a botte

della Chiesa monumentale di SantAlfonso e SantAntonio a Tarsia a Napoli,

già Chiesa dello Spirito Santo,

edificata nel 1550 nellomonima piazzetta del centro storico cittadino.

 

Il venerabile Domenico Blasucci è il serafino della SS. Eucaristia, del Pane vivo, che dà vita, il pane degli angeli, dei pellegrini, dei figli: Buon pastore, vero pane, come ci rivela la Sequenza nella Solennità del SS. Corpo e Sangue di Cristo.

Trascorre gli anni della sua fanciullezza e adolescenza a Ruvo del Monte e quelli dell’adolescenza nella Congregazione del SS. Redentore, in continua comunione con Gesù e in perenne adorazione davanti al tabernacolo.

A un confratello, con fermezza, riferisce: “Io ci starei tutto il tempo della mia vita”. In un’altra occasione, con estrema dolcezza, afferma: “Se piacesse a Gesù Cristo vorrei diventare in anima e corpo una fiamma per bruciare continuamente avanti un ciborio”, aggiungendo che “ogni volta che tiro il respiro intendo tirare Gesù Cristo dalla custodia e stringermelo al petto”. Nel sospirare, ancora, asserisce: “Vorrei io morire dicendo: o caro mio Gesù sacramentato!”.

 

 

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Congregazione Ss. Redentore

   Provincia Napoletana

Missionari Redentoristi

84080 Ciorani (SA)

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Superiore Provinciale

 

Prot. P054 /2022

Ciorani, 2 novembre 2022

Nel 270° anniversario del pio transito del Venerabile Domenico Blasucci

 

IL VENERABILE DOMENICO BLASUCCI

AL XXVI CAPITOLO GENERALE DEI REDENTORISTI

 

Il Capitolo Generale è la massima istituzione di qualsiasi Ordine o Congregazione religiosa. È l’organismo che decide della missione di un Istituto, della sua amministrazione e organizzazione. Dà le grandi linee del programma per un certo periodo, fino al prossimo Capitolo, linee che poi spetta ad altri applicare a livello locale: dipende dalla grandezza e diffusione dell’Istituto stesso. Buona parte dei lavori sono anche occupati dalla elezione del Superiore Generale e del suo Consiglio.

 

Nel caso dei Redentoristi, una Congregazione presente oggi in 85 Paesi del mondo, il Capitolo Generale si riunisce ogni sei anni. Ha una struttura particolare, distinta in tre fasi. La prima e la terza si svolgono a livello di continente: Europa, Asia, Africa, America del Nord e America Latina. Servono per preparare e poi implementare ciò che dice la fase numero due, quella canonica. Questa è la più importante, perché vede impegnati per quasi un mese i rappresentanti di tutta la Congregazione a discutere, decidere e votare. In modo sbrigativo e non senza qualche approssimazione si è soliti chiamare “Capitolo Generale” questa Fase Canonica, che a rigor di termini è solo la seconda tappa di un processo più prolungato.

 

Resta il fatto che la Fase Canonica del XXVI Capitolo Generale per la Congregazione del Santissimo Redentore, fondata e diretta da sant’Alfonso Maria De Liguori e che ha avuto tra i suoi più illustri membri – due giovani legati da intensa amicizia spirituale – san Gerardo Maiella e il venerabile Domenico Blasucci, gloria di Ruvo del Monte, è stata celebrata dall’11 settembre al 7 ottobre 2022. Vi hanno partecipato 110 Redentoristi, gran parte Capitolari rappresentanti delle diverse Provincie e Vice Provincie (= le strutture base della Congregazione), ma anche il giusto numero di Ufficiali, necessari per il funzionamento di una macchina così complessa: segretari, notai, traduttori, incaricati della comunicazione, tuttofare, ecc.

 

Personalmente ho preso parte ai lavori capitolari in qualità di Superiore della Provincia Napoletana, che comprende le Regioni dell’Italia meridionale: Campania, Basilicata – attualmente senza la presenza di una casa religiosa –, Puglia, Calabria e Sicilia, e la Vice Provincia Missionaria del Madagascar.

 

La sede di un così importante consesso è stata “Il Carmelo”, una grande struttura gestita dai Carmelitani e situata non lontano dall’aeroporto di Ciampino (Roma). Le prime due settimane sono state di analisi e di confronto della missione della Congregazione, le ultime due sono state dedicate alla formulazione di decisioni (in gergo “Postulati”), alla redazione di testi da inviare alla Congregazione, e soprattutto alla laboriosa e non sempre facile materia elettorale. Il nuovo Superiore Generale è risultato essere il padre Rogerio Gomes, brasiliano, finora Consigliere Generale, e prima ancora professore della Accademia Alfonsiana in Roma. Suo Vicario è stato eletto il padre François Stanula, polacco ma da anni Superiore Provinciale in Francia. E poi altri cinque Consiglieri, in rappresentanza delle varie parti della Congregazione.

 

Il “nocciolo” dei lavori Capitolari è consistito nel prendere atto delle grandi trasformazioni che muovono il mondo oggi, soprattutto per quanto riguarda la fede. Trasformazioni che hanno un fedele riscontro nei numeri delle vocazioni. Un riscontro che è anche spietato in certe zone – come Europa e America del Nord – dove il benessere, il basso indice di natalità e l’avanzare della “non credenza” rendono sempre più difficile il mantenimento delle presenze missionarie. Questo chiama in causa il processo che è stato chiamato di “riconfigurazione”: che comporta un ripensamento delle presenze, l’accorpamento di più Provincie, la collaborazione – in verità tutta da programmare – tra un continente e l’altro.

 

Alla fine il messaggio che il Capitolo Generale ha voluto lanciare alla Congregazione coincide con il tema su cui ci si soffermerà per i prossimi sei anni: Missionari della speranza sulle orme del Redentore. Anche davanti a scenari così inquietanti, la missione Redentorista non smette di essere motivata dalla speranza e dall’ottimismo, sicuri che la forza della Congregazione non sono i suoi programmi ma la persona di Gesù Cristo.

 

Va detto infine che il momento in cui prendevano il via le sessioni capitolari era la preghiera del mattino. Ogni Provincia era incaricata di prepararne una, con la metodologia che si ritenesse più opportuna: presentazione Powerpoint, Video, Canto ecc. E fu significativamente bello – oltre che emozionante – vedere che per la mattina del 19 settembre la Provincia del Canada aveva pensato di partire da un testo del Venerabile Domenico Blasucci, amorevolmente definito “gioia di Paradiso” dal venerabile padre Paolo Cafaro e “giovane angelico” da papa san Pio X. Domenico, ispirandosi al forte invito simbolico espresso dal profeta Ezechiele (3,1): “mangia il libro della Parola!”, scrisse che la stessa prontezza a “mangiare ed assimilare” doveva essere riservata ad un altro libro, quello della Regola, che i Redentoristi assumono come guida della loro consacrazione nel giorno della Professione religiosa.

 

Il venerabile Blasucci che “fra gli altri confratelli di Noviziato fu come sole fra le stelle, eclissò tutti”, come riportarono i biografi del suo tempo, nel giorno della professione religiosa fa la solenne promessa di “Essere Santo, veramente Santo e rendersi tutto simile al Redentore Divino” incarnando pienamente la Regola e la sua azione missionaria (cfr. Mc. 16,15). Lo dichiara con determinazione il padre Alessandro Di Meo, in un elogio funebre, con queste vibranti parole: “Possiamo attestare che il nostro Domenico può dirsi il modello, l’idea, anzi l’anima del nostro Istituto”. Lo testimonia con maggiore fermezza sant’Alfonso agli studenti di Pagani: “Il nostro fratello Blasucci possedeva la vera scienza, poiché in tutte le cose non ha cercato che Iddio, e così ha fatto la morte di un santo. Studiate dunque perché dovete essere gli operai del Signore, ma prima di tutto studiate per farvi santi, come il nostro caro defunto”.

 

Ai giorni nostri, ben oltre due secoli e mezzo dopo la morte di Domenico, il Vescovo di Melfi–Rapolla–Venosa, Monsignor Ciro Fanelli, scrive che “Il nostro Venerabile Domenico è uno dei “piccoli” in cui il Signore nostro Gesù Cristo, Redentore dell’uomo, ha fatto risplendere la potenza della sua redenzione e la bellezza della sapienza del suo Cuore”. Michele Donato Grieco, cultore della storia redentorista e devoto del Venerabile, scrive che “La preziosa testimonianza di vita cristiana del giovane venerabile Domenico Blasucci, candido e soave giglio sbocciato sull’Appenino Lucano, esprime una saggezza a ragione di virtù innate, dono di Dio ed eredità di sant’Alfonso Maria De Liguori”. L’innografa carmelitana Cristina di Lagopesole canta Domenico così: Il cuore balza lodandoti, o Venerabile, gli occhi dolciscono, l’anima insoavisce, l’amore si fa verità, la vita fiorisce, consegna di sé all’altro, incontro che fa gemmare la gioia, liturgia di tempo e di spazio. Esulta, Redentore Divino, SS. Trinità, unico Dio! Laetare, plena gratia, Maria, ave, sic ad terram caelum iungitur. Alleluja!”.

 

Il venerabile Domenico Blasucci, “anima innocente come l’ha fatta Dio”, dolcemente continua a profetizzare, a stimolare l’azione pastorale e a donare la speranza al cuore e alla mente dell’uomo d’oggi e lo farà ancora con quello di domani. Fu davvero molto bello vedere che in un Paese così lontano come il Canada e sotto tanti aspetti diverso dall’Italia, la parola del nostro amato confratello Venerabile era risultata eloquente, ispiratrice e provocatoria, al pari di un profeta. D’altra parte, le anime sante che il Signore ha sempre suscitato e continua a suscitare lungo i secoli, cos’altro sono, se non dei profeti, quelli di cui più il mondo ha bisogno?

 

p. Serafino Fiore cssr, Sup. Prov.

 

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L’immagine fotografica realizzata da padre Serafino Fiore, Superiore della Provincia Napoletana della Congregazione del SS. Redentore, raffigura l’inizio della sessione capitolare, presso Il Carmelo di Ciampino in provincia di Roma, lunedì 19 settembre 2022. In questo giorno i missionari redentoristi della Provincia del Canada hanno introdotto la preghiera del mattino con un testo del venerabile Domenico Blasucci, utilizzando le diapositive in PowerPoint.

 

 

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PARROCCHIA SANTA MARIA ASSUNTA
Ruvo del Monte (Potenza)

 

Omelia per la Solennità dell’Ascensione

e per la Solenne Memoria della Proclamazione a “Venerabile” di Domenico Blasucci

Ruvo del Monte – Chiesa Parrocchiale di Santa Maria Assunta

Sabato 23 maggio 2020 – ore 18:00

 

Celebriamo la Solennità dell’Ascensione. Cristo, dinanzi ai discepoli, ascende al cielo per ritornare dal Padre. Con l’Ascensione inizia la missione evangelizzatrice e di salvezza degli uomini di tutti i tempi secondo l’invito di Gesù: “Andate e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato”. È sempre Gesù che ci rassicura della forza dello Spirito Santo e della Sua costante presenza accanto a noi come ci ha ricordato Matteo nel Vangelo di questa Messa Vespertina: “io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”. Il vero insegnamento lo si dà nella misura in cui si crede e si vive in prima persona ciò che si vuole annunciare agli altri, attraverso la testimonianza. Ecco allora che appare ancora più bella e intensa anche la celebrazione della Solenne Memoria della Proclamazione a “Venerabile” del nostro concittadino Domenico Blasucci, avvenuta con Decreto di Papa Pio X oggi Santo, che per il decimo anno consecutivo è stata adeguatamente preparata dal Triduo di preghiere e riflessioni nei giorni 20, 21 e 22 maggio scorsi.

Abbiamo tutti temuto che quest’anno tali ricorrenze non potessero essere celebrate pubblicamente in questa nostra Chiesa Parrocchiale, luogo in cui il Venerabile ha ricevuto il Battesimo ed ha iniziato la sua vita cristiana, a causa delle disposizioni Vescovili e Governative per il contrasto ed il contenimento del diffondersi del Covid–19. Avrei comunque assicurato, da solo, le liturgie di sempre, ma non per questo meno intense: Lodi mattutine, Preghiera del Santo Rosario e delle Litanie Lauretane, Celebrazione Eucaristica, Preghiera per la glorificazione, benedizione ed inno. Pur trovandomi da solo, mi sarei sentito circondato dalla partecipazione numerosa di voi fedeli, vicini e lontani, che come sempre avreste seguito la Liturgia del Giorno e quella del Triduo, con l’apposito sussidio, servendovi del ricco sito web www.domenicoblasucci.it dedicato al Venerabile. L’inattesa emergenza sanitaria mondiale ci ha imposto misure di restrizione prima e precauzionali dopo per tutelare la salute di tutti come potete vedere e, così, in base alla capienza dei posti a sedere nella Chiesa, nel rispetto delle distanze di sicurezza e senza creare assembramenti, siamo felicemente qui.

Celebrare con amore e devozione il nostro Venerabile Domenico Blasucci non significa soltanto onorarlo, ma significa anche guardare alla sua ricca e preziosa testimonianza di vita cristiana, alle sue alte virtù. Significa accogliere il suo meraviglioso messaggio, custodirlo e renderlo attuale nella nostra vita, rendendo viva la sua memoria e la sua presenza. La vita di Domenico, favorita da magnifiche grazie, segni dell’amore di Dio che radica la nostra vita nel mistero della salvezza, è stata tutta “un canto nuovo al Signore”, un canto di lode e di ringraziamento.

Dopo qualche mese dalla nascita rischia di morire, ma miracolosamente il neonato si salva. Da bambino, a tre anni, rimase orfano di padre e fu educato dalla madre. Nei giochi di quartiere, fuggiva dai compagni cattivi. Sin dalla prima infanzia, è stato attratto dai luoghi di culto. Amava disegnare l’Ostia, modellare le statue dei Santi, preparare gli altarini ed imitare i riti religiosi, coinvolgendo i suoi amichetti con cui era tanto generoso. Tutti ne restavano stupefatti: vicini, amici e parenti che accorrevano ad osservarlo ammirati. Da fanciullo, non con pochi sacrifici, si prodigava con zelo nel lavoro agricolo e compiva gli studi, insieme a due fratelli e a due cugini, distinguendosi per intelligenza e profitto. A queste mansioni alterna austere penitenze e fervide preghiere. Sempre composto ed ordinato, serviva la Messa tutte le mattine. Si raccoglieva a lungo in preghiera davanti al tabernacolo per adorare il SS. Sacramento e davanti la statua della Madonna che, con tenera devozione, venerava intensamente; la statua è quella dell’Immacolata, in legno, che abbiamo in questa Chiesa nella nicchia in prossimità del presbiterio e che era alla Chiesa del convento. Praticava costantemente la confessione e la comunione. Leggeva sempre i libri spirituali. Ascoltava con molta attenzione le omelie dei tanti sacerdoti e religiosi presenti a Ruvo in quel tempo e di quelli che vi giungevano per le predicazioni. Era solito frequentare la Chiesa di Sant’Antonio, amministrata dai francescani. All’età di quindici anni desiderava ardentemente abbracciare il mondo religioso entrando nei conventuali minori, ma non gli fu possibile a causa dell’opposizione della sua famiglia. La stessa cosa accadde l’anno successivo con i padri vincenziani: non disponeva di denaro sufficiente da offrire in dote per la propria formazione e doveva contribuire a produrre il reddito per i congiunti. Anche quando intendeva seguire i padri della Congregazione del SS. Redentore dovette affrontare le stesse difficoltà, ma “il suo cuore non fu mai turbato perché era stretto a Cristo, pietra viva!”. La sconfinata fiducia nella Divina Provvidenza e nella Vergine Immacolata ripagarono la sua determinazione e la sua fermezza all’età di sedici anni e mezzo. La “sua partenza da Ruvo fu come un grave lutto per la famiglia” e come una possente privazione per l’intera comunità. È stata però come “la manna dal cielo” per i redentoristi dove, con tanta modestia e umiltà, rispettò rigorosamente la regola e l’obbedienza ai superiori nei quali ravvisava la volontà di Dio. Instaurò degli ottimi ed armoniosi rapporti di condivisione e di cooperazione con i compagni di studio e frequentò con mansuetudine, perseveranza e temperanza il noviziato, conformandosi progressivamente a Gesù Cristo povero e crocifisso e al Suo Vangelo, raggiungendo una perfezione non comune. Riguardo a questo periodo, di lui fu scritto che “fu come sole fra le stelle, eclissò tutti”, nonostante un terribile male stesse minando il suo già gracile fisico. Dopo aver fatto la professione dei voti, si formava per il sacerdozio e si recava in missione con i padri, dove svolgeva con singolare sinergia le commissioni domestiche e insegnava il catechismo ai bambini. Come “sentinella di speranza e di carità misericordiosa”, era sempre disponibile all’accoglienza, all’ascolto, al confronto e all’aiuto di tutti, specialmente dei sofferenti nel corpo, nell’anima e nello spirito, riconoscendo nel volto di questi ultimi quello del suo amatissimo Signore. Consapevole dei propri limiti, non esitò a “gettare le reti” confidando, come Pietro, “sulla parola di Cristo”; ottenne riconciliazioni e vocazioni, come quella del fratello maggiore Pietro Paolo che gli fece affermare “Ora muoio contento”, contribuendo ad edificare il corpo mistico di Cristo che è la Chiesa. Questi suoi diversi ruoli erano sempre scanditi dalla preghiera, dalla contemplazione e dalla mortificazione, totalmente immerso in Dio. Furono tanti i suoi contemporanei che attestarono: “Tutta la vita del Venerabile Domenico Blasucci fu una continua orazione e comunicazione con Dio, anzi una continua estasi”. Fu definito “un ragazzo colmo di Spirito Santo e di carismi e un timorato di Dio”. Di quest’ultimo periodo della sua breve ed intensa vita, terminata a poco più di venti anni e mezzo, colpisce l’assoluta serenità con cui affrontava le atroci sofferenze della tisi, che lo condurrà alla “morte preziosa dei giusti”, dopo “aver combattuto la buona battaglia”, perché accettò serenamente i suoi patimenti e li offrì al Signore per la redenzione umana e per il bene della Chiesa. Aveva scritto su un biglietto posto sul suo comodino accanto al suo letto: “Volontà di Dio! Dio mio, fatemi adempiere in tutto la Vostra Volontà!”.

La fama di santità che l’ha accompagnato per tutta la vita, che è cresciuta e che si è diffusa ancora di più dopo la sua morte è giunta fino ai nostri giorni, dopo oltre due secoli e mezzo, impreziosita da innumerevoli prodigi. Il suo ultimo superiore e direttore spirituale, che di lui vivente aveva detto che era una “gioia di Paradiso”, ebbe a scrivere dopo la morte che “era un santo che potevasi vivo canonizzare, come l’ho asserito io più volte”, giudizio unanimamente condiviso dai suoi conoscenti e confratelli. In tutte le case e chiese redentoriste sparse nel mondo sono diffuse diverse sue immagini simili alla tela che abbiamo in fondo a questa Chiesa, che raccoglie le preghiere di tanti devoti e le offerte di piante, fiori e lumini, e sono diverse le intitolazioni a lui dedicate di gruppi e di luoghi. La vicenda terrena del Blasucci è una bella storia di speranza certa, di carità perfetta, di lotta ferma e di gloriosa vittoria per le tante prove della vita che ha affrontato e che hanno trovato “vanto solo nella croce di nostro Signore Gesù Cristo, che ha rivelato le cose del Padre ai piccoli”. È una storia di grazia, offerta per il suo Creatore e Signore e per il suo prossimo, avendo dedicato a loro la mente, il cuore, la pazienza e la sofferenza. È la storia dell’incontro dell’uomo con Cristo. Il nostro Venerabile appartiene alla storia dell’umanità e alla storia della Chiesa, perché costituisce un esempio retto ed un modello luminoso di adesione e fedeltà perfetta a Dio e ai Suoi più nobili valori. Accostiamoci sempre di più a questa straordinaria figura di santità. Riscopriamo il Venerabile sia come fulgido modello che come benevole mediatore di grazie, di miracoli, presso Dio, confidando sempre nella sua prodigiosa protezione.

Nella settimana in cui, dopo oltre due mesi, con tanta gioia abbiamo ripreso gradualmente le celebrazioni liturgiche con il popolo, secondo le nuove misure sanitarie indicate dal Protocollo d’intesa tra la Presidenza del Consiglio dei Ministri e la Conferenza Episcopale Italiana, questa ricorrenza che stiamo celebrando è un bellissimo segno di speranza e di rinascita per tutti noi. Il nostro “Giovane angelico”, per usare la definizione di papa Pio X del 23 maggio 1906, ci insegna che la lealtà al Signore premia sempre e dona tanta forza e serenità nelle prove della vita: “Se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà”. Il Venerabile Domenico Blasucci interceda sempre amorevolmente per noi suoi concittadini perché, nel nostro tempo di prova, possiamo essere testimoni coraggiosi di Cristo e con la nostra fede operosa rendere una rinnovata bellezza alla vita, colma di gioia e di speranza, doni del Signore Risorto agli uomini di buona volontà.

 

Il Parroco

Sac. don Gerardo Gugliotta

 

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2 novembre

 

VENERABILE DOMENICO BLASUCCI (1732 – 1752)*

redentorista

 

Il nostro Venerabile Domenico è uno dei “piccoli”

in cui il Signore nostro Gesù Cristo, Redentore dell’uomo,

ha fatto risplendere la potenza della sua redenzione

e la bellezza della sapienza del suo Cuore.

+ Ciro Fanelli, vescovo

 

Venerabile Domenico Blasucci e San Gerardo Maiella:

storia d’amicizia fondata nel sostegno reciproco,

arricchita di profumata benignità e dolcezza.

Michele Donato Grieco

 

Da un Monte che tocca il cielo e specchia Maria1,

per scoscese rupi, erbe e fiori dal profumo inebriante,

un picciol rivo2, gioioso, saltellante,

 

– scatto di cielo fresco e puro sì che, a vederlo, canta il cuore,

fra òntani dalle mani oranti,

acqua viva che placa la sete, lenimento di ferite,

 

acqua che muta la terra in Paradiso –

scorre cantando l’inno al nipios3

che, dalla rupe4, lieto risponde.

 

E Gesù Bambino scende dalle stelle5,

il Giglio dell’Appennino, il serafico dardo di fortezza,

colui che balzò nelle braccia di Dio6,

 

diventa tuo fratello, profumo dell’anima:

tu e lui: angeli della vita, christodouli7,

luce ingenita8 ed enipostatica.

 

Insieme vi consegnaste alla Madre di Dio9,

creature scese dal cielo e in ciel tornate,

gigli sbocciati nelle mani della Vergine.

 

Il cuore balza lodandovi, o Santi,

l’amicizia profuma, gli occhi dolciscono,

l’anima insoavisce, l’amore si fa verità.

 

La vita fiorisce dall’incontro, consegna di sè all’altro,

grazia d’usignolo che canta,

incontro che fa gemmare la gioia,

 

rosa sempiterna di bellezza,

felicità del camminare in due, mano nella mano,

liturgia di spazio e di tempo, eternità.

 

Gioisci, Ruvo, un bel figlio ti è dato,

custodiscilo e amalo,

perché riamato ne sei, con fresco giovanile amore.

 

Esulta, Redentore Divino, SS. Trinità, unico Dio!

Laetare, plena gratia, Maria, ave,

sic ad terram caelum iungitur. Alleluia!

 

 

 

*      A Michele Donato Grieco, figlio prediletto del Venerabile, suo custode, operatore pastorale.

1          Monte Caruso (m. 1232), vicino al Monte Carmine, antico luogo lucano di culto mariano, distante pochi chilometri da Castel Lagopesole (PZ).

2          È la Fiumara di Atella (Km. 12) che sorge da Monte Caruso (nome derivante da un asinello di nome caruso), scende nella Valle di Vitalba – esaltata da Giustino Fortunato – e, presso Atella, confluisce nell’Ofanto. Ricco di pesci dai nomi sonori – lontre, carpe, pesce persico, tinche, triotti, trote, cavedani, barbi, anguille novelle – l’Ofanto, l’antico Aufidus – cantato da Polibio, Strabone, Publio Virgilio Morone, Orazio (“Così irrompe l’Ofanto tauriforme”, Libro IV), nato nell’antica Venusia, presso cui scorre l’Ofanto – sfocia nel Mare Adriatico tra Barletta e Margherita di Savoia, arricchito dall’Olivento che nasce dal Monte Vulture.

3          Venerabile Domenico Blasucci. Nipios: giovane, infante.

4          Ruvo del Monte.

5          Il riferimento è a Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, redentorista, e al suo celebre inno «Tu scendi dalle stelle».

6          San Gerardo Maiella. Si racconta che, da bambino, saltò dalla finestra della sua abitazione dicendo alla madre: «Vado a farmi santo».

7          Servi di Cristo.

8          Innata.

9          Il Venerabile Domenico Blasucci e San Gerardo Maiella, grandi amici nella vita, sono sepolti entrambi nella Basilica di San Gerardo Maiella in Mater Domini di Caposele (AV).

 

Additamenta

L’inno è composto da 33 versi in memoria di Gesù Cristo Redentore;

in terzine, a lode della SS. Trinità.

L’ultima terzina è dedicata a Maria, Madre di Dio.

 

Come melitoto poggiato sulle labbra. 

Dai Santi Angeli custodi, all’aurora.

2 ottobre 2020. In Eremo.

 

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Fonte

 

Bibliografia

 

Cristina di Lagopesole *

Flos Sanctorum

Peregrinatio per Annum

Volume II

Polistampa di Firenze per conto delle Edizioni Feeria, Comunità di  San Leolino, Firenze, 25 dicembre 2021

Pag. 357, 358 e 359.

 

* Consacrata carmelitana di vita attiva e contemplativa, poeta sacro, innografa, omileta, scrittrice di Filotee, esegeta ed ermeneuta delle Sacre Scritture e saggista.

 

 

 

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Le immagini fotografiche sono state realizzate da Michele Donato Grieco nell’antica Basilica di san Gerardo Maiella, a Materdomini di Caposele, nel corso dell’annuale pellegrinaggio che la comunità parrocchiale di Ruvo del Monte compie ogni terza domenica del mese d’ottobre, per la venerazione e la preghiera dinanzi la tomba del Santo patrono della Basilicata, delle mamme e dei bambini e quella del nostro concittadino venerabile Domenico Blasucci.

 

 

Domenica 23 ottobre 2011

Devoti del venerabile Domenico Blasucci in raccoglimento e preghiera dinanzi la sua tomba.

 

Il gesto più caratteristico che i fedeli compiono dinanzi la tomba del Venerabile

è quello d’accarezzare o di baciare dolcemente il suo angelico viso

scolpito nel freddo e candido marmo.

La bellezza di quest’azione, accompagnata dalla preghiera silenziosa del cuore e della mente,

rivela il sublime bisogno di un contatto “concreto” e “diretto” con il Venerabile

ed esprime l’intensa fiducia e affidamento.

 

 

Domenica 21 ottobre 2012

Devote del venerabile Domenico Blasucci in raccoglimento e preghiera dinanzi la sua tomba.

 

Il venerabile Domenico Blasucci lascia nel cuore di chi prega dinanzi la sua tomba

un grande seme di sicura speranza e consolazione

e la certezza che, confidando in Dio, non si rimarrà mai delusi,

perché come scrive san Paolo apostolo, in una sua lettera,

«Tutto posso in colui che mi da la forza» (Fil 4,13).

 

Le venerate spoglie mortali del venerabile Domenico Blasucci, dopo le ricognizioni canoniche eseguite il 24 luglio 1929 ed il 9 novembre 1996 nella casa religiosa di Materdomini di Caposele in provincia di Avellino, sono custodite nella navata sinistra dell’antica Basilica di san Gerardo Maiella a Materdomini di Caposele, a poca distanza da quelle del Santo ed in una nuova tomba monumentale accanto a quelle del venerabile Paolo Cafaro.

Il monumento funebre è stato inaugurato domenica 5 gennaio 2003, con una cerimonia religiosa semplice e suggestiva.

È composto da un paramento in granito nero fissato sul pavimento e sulla parete, largo 175 cm, alto 193 cm e profondo 20 cm, sul quale è affissa una lapide in marmo di Carrara bianco in unico blocco a forma di pergamena, larga 125 cm, alta 105 cm e profonda 15 cm. All’interno della pergamena sono scolpiti, in bassorilievo, i busti del venerabile Domenico Blasucci e del venerabile Paolo Cafaro, al di sotto dei quali sono incisi i loro nomi, l’anno di nascita e di morte, evidenziati con il color oro. Tra i due Venerabili, al centro della pergamena e sempre in rilievo, sono scolpiti dei gigli, simbolo d’innocenza, purezza e castità, che prevalgono sui rami di spine del peccato avvolgendoli completamente (cfr. Ct 2,13).

L’opera scultorea è stata realizzata dall’artista Vincenzo Caputo di Villamaina, in provincia di Avellino, che ne ha fatto dono alla Comunità redentorista.

La scelta di tumulare i due Venerabili l’uno accanto all’altro e vicini alla tomba del Santo è scaturita dal fatto che il venerabile Domenico Blasucci con la sua preghiera al Signore ha risanato l’animo estremamente tormentato di san Gerardo Maiella, nella Comunità redentorista di Santa Maria della Consolazione a Deliceto, in provincia di Foggia, dove i due confratelli hanno trascorso insieme qualche mese; il venerabile Paolo Cafaro è stato il superiore sia del venerabile Domenico Blasucci che di san Gerardo Maiella, nella Comunità redentorista di Materdomini di Caposele, ed all’ipotesi di un trasferimento del giovane Blasucci verso un’altra Comunità s’oppose con fermezza affermando: “No, resti qui questa gioia di Paradiso!...”.

 

 

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Il pregevole dipinto ad olio su tela che raffigura il venerabile Domenico Blasucci è custodito da tempo immemorabile nella Chiesa Parrocchiale di Santa Maria Assunta a Ruvo del Monte, in provincia di Potenza, ubicata in piazza Mons. Giuseppe M. Ciampa (Arciprete). Non si conosce il nome dell’artista che ha realizzato l’opera pittorica e nemmeno il periodo della sua esecuzione. Il quadro, da sempre esposto nella sagrestia, in seguito al sisma del 23 novembre 1980 è stato collocato, fino al 14 agosto 1997, nel salone al piano terra dei locali parrocchiali di Ministero Pastorale, in viale della Repubblica n. 76, adibito a luogo provvisorio di culto dei fedeli; è stato ricollocato su una delle pareti della sagrestia dell’antico edificio sacro al termine dei lavori di consolidamento strutturale, restauro e adeguamento sismico e dall’1 novembre 2009, Solennità di tutti i Santi e Vigilia del pio transito e della nascita in cielo del venerabile Domenico Blasucci, è stato affisso sul primo pilastro all’ingresso dell’aula liturgica.

È un punto di riferimento costante per i tanti devoti del giovane Santo redentorista che, pervasi dall’amore filiale, quotidianamente sostano raccolti in preghiera, meditazione e contemplazione davanti al ritratto per invocare la sua intercessione presso Dio e per offrire i doni votivi. L’orazione, unita a ricorrenti doni, è l’espressione eloquente e straordinaria tanto della continuità storica della fama di santità del venerabile Domenico Blasucci quanto della genuina ed autentica devozione che il popolo di Dio nutre verso di lui.

In quest’immagine fotografica realizzata domenica 7 luglio 2013, XIV domenica del tempo ordinario dell’Anno C, da Vito Santoro di Ruvo del Monte, è visibile, da sinistra a destra, fra Savino Larocca, cappuccino, don Gerardo Gugliotta, parroco di Ruvo del Monte, mons. Rocco Talucci, arcivescovo emerito dell’Arcidiocesi di Brindisi–Ostuni, e Michele Donato Grieco, operatore pastorale laico di Ruvo del Monte. Il gruppo è stato fotografato dopo aver ringraziato il Signore per il dono dello Spirito Santo attraverso la preghiera d’intercessione al venerabile Domenico Blasucci, al termine della concelebrazione Eucaristica presieduta da mons. Rocco Talucci, nel corso della quale è stato amministrato il Sacramento della Santa Cresima a sette ragazzi.

 

 

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Mons. Gianfranco Todisco, amministratore apostolico e già vescovo della Diocesi di Melfi–Rapolla–Venosa, ritratto da Giuseppe Santomenna sabato 13 maggio 2017 in una foto ricordo con il Parroco ed i fedeli di Ruvo del Monte, in provincia di Potenza, nella Chiesa Parrocchiale di Santa Maria Assunta, dopo aver pregato dinanzi al dipinto ad olio che raffigura il Venerabile. L’immagine fotografica è stata effettuata al termine della sua ultima Concelebrazione Eucaristica di commiato che ha presieduto, dopo aver compiuto la sua ultima visita alla Comunità Parrocchiale, in seguito alla rinuncia del governo pastorale della Diocesi e la ripresa del servizio missionario nell’Arcidiocesi di Tegucigalpa, in Honduras.

 

 

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Don Gerardo Gugliotta, parroco di Ruvo del Monte in provincia di Potenza, ritratto da Giuseppe Santomenna martedì 23 maggio 2017 in una foto ricordo con i fedeli di Ruvo del Monte, in provincia di Potenza, nella Chiesa Parrocchiale di Santa Maria Assunta, al termine della Solenne Celebrazione Eucaristica in occasione del 111° anniversario della proclamazione a Venerabile di Domenico Blasucci con Decreto del papa san Pio X. Tutti fanno da ulteriore cornice al quadro con il nuovo ritratto del Venerabile a matita su cartoncino, realizzato dall’artista Konrad Perathoner di Santa Cristina–Val Gardena, in provincia di Bolzano, l’anno precedente e precisamente il 23 maggio 2016. L’opera è stata donata al curatore di questo sito web e presentata ufficialmente nel corso della solenne funzione liturgica ai fedeli della comunità parrocchiale, che hanno ricevuto anche in dono, dallo stesso curatore del sito web, un pieghevole sul quale è stata riprodotta la medesima immagine e sul quale sono state riportate due preghiere per il Venerabile.

 

 

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Monsignor Ciro Fanelli, vescovo della Diocesi di Melfi–Rapolla–Venosa, ritratto da Giuseppe Santomenna domenica 10 dicembre 2017 in una foto ricordo con il Parroco ed i fedeli di Ruvo del Monte, in provincia di Potenza, nella Chiesa Parrocchiale di Santa Maria Assunta, dopo essersi raccolto devotamente in preghiera per qualche minuto dinanzi al dipinto ad olio che ritrae il Venerabile. L’immagine fotografica è stata realizzata al termine della sua prima Concelebrazione Eucaristica che ha presieduto, subito dopo la sua prima visita alla Comunità Parrocchiale.

 

 

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Don Gerardo Gugliotta, parroco di Ruvo del Monte in provincia di Potenza, e don Giovanni De Palma, parroco di Rapone in provincia di Potenza, insieme con i ministranti e un gruppo di fedeli di Ruvo e di San Fele, in provincia di Potenza. Sono stati fotografati da Giuseppe Santomenna lunedì 23 maggio 2022, nella Chiesa Parrocchiale di Santa Maria Assunta, dopo la Solenne Concelebrazione Eucaristica in occasione del 116° anniversario della proclamazione a Venerabile di Domenico Blasucci con Decreto del papa san Pio X. Tutti circondano un’icona, posta su un piedistallo, con la raffigurazione a mezzo busto del Venerabile e l’indicazione del suo nome in stampatello, riportata in alto su due righi, realizzata e presentata ufficialmente all’assemblea da don Giovanni De Palma nel corso della solenne funzione liturgica. La nuova sacra immagine è stata donata a Michele Donato Grieco il 10 aprile 2022, Domenica delle Palme: Passione del Signore – Anno C. È stata prodotta con i pigmenti naturali su tavola di legno, larga 20 cm e alta 25 cm, secondo l’antica tradizione dell’arte bizantina e russa. Nell’immagine fotografica è visibile anche Cristina di Lagopesole, in provincia di Potenza, che nella stessa solenne liturgia ha onorato il Venerabile, presentando e proclamando il suo componimento letterario Dono.

 

 

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VENERABILE DOMENICO BLASUCCI (1732 – 1752)*

redentorista

 

Mi basta Dio solo;

quando ho Dio ho tutto.

Domenico Blasucci

 

Dio bastava al tuo cuore, alla tua anima,

Ogni altro bene, erba che secca e muore.

Memore del detto teresiano1, ti abbandonasti a Dio,

Ebbrezza, ecceità divina somma,

Nartece paradisiaco, Essere supremo.

In te, puer Christi, il seme Liguorino,

Con te, Gerardo2, fratello taumaturgo, estatico:

Oltre te stesso, Dio.

 

Benedetto il giorno in cui venisti al mondo,

Luminoso giglio di castità, puro fanciullo,

Anima alitante i monti ruvesi3,

Sequenza che sboccia in alleluja!

Unico, vieni, rallegra e santifica il cuore;

Col suono dell’aulo ti accoglieremo,

Con cetra e dolci linodie4,

Intonando un peana5 in tuo onore. Amen.

 

 

 

*       Acrostico dedicato a Michele Donato Grieco,

         instancabile, attento animatore del culto del Venerabile.

 

1          Solo Dio basta (Santa Teresa di Gesù).

2          San Gerardo Maiella.

3          Ruvo del Monte (PZ), paese natìo del Venerabile.

4          Canto di Lino, musico leggendario.

5          Canto corale o discorso di esaltazione.

 

In Eremo Paraclito

11 maggio 2022

Ore 9,00

 

Cristina di Lagopesole

 

 

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DONO

 

Cè un Angelo di Dio

che dorme in su la vetta d’un Monte1.

Il suo nome è Domenico2;

 

dal sapiente fondatore3

ha ereditato santità e bellezza:

è un giardino di rose.

 

Accanto a lui un Santo4

dono dello Spirito,

gloria di Muro Lucano.

 

Pieghiamo il ginocchio, preghiamo e,

con mani elevate,

innalziamo gloria a Dio per il Dono. Amen.

 

 

 

1          Materdomini di Caposele (AV).

2          Venerabile Domenico Blasucci di Ruvo del Monte (PZ) – (1732 – 1752).

3          Sant’Alfonso Maria de’ Liguori di Napoli – (1696 – 1787).

4          San Gerardo Maiella di Muro Lucano (PZ) – (1726 – 1755).

 

In Eremo Paraclito

19 maggio 2023

Ore 12,00

 

Cristina di Lagopesole

 

 

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Al venerabile Domenico Blasucci

 

Hai percorso serenamente la strada verso l’Eterno,

candido fiore troppo presto reciso.

 

La mia mente vaga tra i tuoi scritti,

scruta la tua anima e scorge il tuo grande amore,

sublimato nel Signore.

 

Rifulgi adesso nella vita autentica,

angelico modello delle dilette virtù;

al cospetto dell’amata Vergine Maria,

tra i cori celesti degli Angeli e dei Santi,

con le mani protese verso Dio

invochi per noi la protezione, la grazia e il perdono.

 

Ruvo del Monte, 24 settembre 2011.

 

Michele Donato Grieco

 

 

 

 

 

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